PERIODICO A CARATTERE SCIENTIFICO DI MEDICINA E TERAPIA ESTETICA
Le cause dell’invecchiamento e le cure anti aging e anti stress
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Lavoro del Professore Vincenzo Varlaro Vice Direttore del " Master Internazionele biennale di II Livello di Medicina Estetica e Terapia Estetica" dell'Universtà di Camerino.

 

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Il bimatoprost  (Lumigan® collirio 0.03%) è un farmaco utilizzato per la terapia del glaucoma.
 
È un prostamide: un analogo sintetico della prostaglandina F2a (PGF2a) (Fig. 1).

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L’azione farmacodinamica di tale molecola non si realizza inibendo la produzione di umore acqueo ma aumentando la sua eliminazione per via uveosclerale.
Nel dicembre 2008 il bimatoprost (Latisse®) è stato approvato dalla US Food and Drug Administration (FDA) per un uso cosmetico per stimolare la crescita delle ciglia in soggetti affetti da ipotricosi.
Si tratta di un collirio che deve essere applicato non nella borsa congiuntivale ma sulla pelle, dopo averla detersa, alla radice delle ciglia con un applicatore sterile (Fig. 2).

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La frequenza delle applicazioni è di una volta al giorno. Un impiego più frequente non è utile perché non si è osservata una più veloce crescita delle ciglia.
L’applicazione dev’essere effettuata esclusivamente sulla palpebra superiore. Si ipotizza che gli effetti siano mediati da recettori prostamidici anche se fino ad oggi non sono stati strutturalmente individuati. I follicoli delle ciglia hanno una struttura del tutto simile ai follicoli piliferi del cuoio capelluto pur essendo meno profondi e regolati da un ciclo vitale più breve. Mediamente dopo i 40 anni di età le ciglia tendono ad assottigliarsi e a diradarsi per cui può tornare utile la possibilità di migliorane lo spessore, la lunghezza, l’inscurimento. Gli effetti del bimatoprost sono evidenti già dopo 8 settimane e massimi dopo 4 mesi (Figg. 3, 4).

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Quando si sospende il trattamento con bimatoprost le ciglia, purtroppo vanno incontro a regressione proprio come accade ai fiori di un giardino quando si sospende l’irrigazione.
Anche il bimatoprost ha degli eventi avversi: la pigmentazione marrone dell’iride che potrebbe anche essere permanente, l’arrossamento oculare (4%), l’inscurimento reversibile delle ciglia, la pigmentazione della regione perioculare (rara), il prurito. Sembra che la melanogenesi venga favorita per un aumento dell’attività dell’enzima tirosinasi (Fig. 5).

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I recettori per il bimatoprost sarebbero simili strutturalmente e funzionalmente ai recettori degli ormoni melanofori: dell’α-MSH (α-melanocyte-stimulating hormone) secreto dall'adenoipofisi, del β-MSH, del β-LPH (β-lipotropic hormone), dell'ACTH, del BFGF (basic fibroblast growing factor), degli estrogeni, del testosterone.
Dalla stimolazione dei recettori per i prostamidi (o prostanoidi) verrebbe favorita l’attività dell’adenilciclasi con un aumento della formazione del cAMP e con quindi, una maggiore capacità mitotica e anabolica delle cellule del bulbo del follicolo delle ciglia, una maggiore attività della tirosinasi. Oltre che per l’ipotricosi delle ciglia, il bimatoprost trova impiego per rinfoltire le sopracciglia, per trattare l’alopecia. 
Effetti analoghi a quelli del bimatoprost si possono realizzare con altri prostamidi: il travoprost, il latanoprost, l’unoprostone.

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